LA CRITTOGRAFIA

Il termine “Crittografia” deriva dal greco e letteralmente vuol dire “scrittura segreta”, cioè un tipo di scrittura apparentemente illeggibile, ma che è possibile decodificare attraverso un sistema di “scardinatura” chiamato “criptoanalisi”.

La Crittografia è nata dall’esigenza di trasmettere informazioni sicure, al riparo da qualsiasi sistema di intercettazione.

Facciamo un esempio concreto, semplice, giusto per avere un’idea più chiara. Abbiamo intenzione di comunicare qualcosa che riteniamo molto importante e allo stesso tempo di estrema delicatezza. Per questo vogliamo che il messaggio arrivi ad una persona determinata e solo a quella.

Bene, cifriamo, il messaggio affinché, anche qualora passi tra le mani di altri soggetti, questi non siano in grado di comprenderlo, proprio perché criptato e dunque incomprensibile.

Una volta pervenuto al destinatario prestabilito, questi con una particolare chiave di decifratura, arriverà a comprendere il messaggio “originale”. Dunque, riepilogando, abbiamo:
1) Il messaggio originale, ciò che realmente intendiamo comunicare;
2) Il messaggio cifrato, cioè quello volutamente occultato attraverso una chiave di cifratura;
3) Il messaggio decifrato: il messaggio cifrato viene convertito in messaggio originale attraverso un procedimento inverso a quello di cifratura, come abbiamo visto, di decifratura.
Veniamo ora all’esempio concreto: poniamo che il mittente x voglia comunicare al ricevente y un numero di cellulare e che per esigenze di riservatezza voglia che tale informazione arrivi solo al destinatario y e a nessun altro. Il numero è il seguente: 33891…(testo originale). Ora occultiamo il testo attraverso una tecnica di cifratura: sommiamo 1 al primo numero; 2 al secondo; 3 al terzo e cosi via… Se il risultato della somma sarà un numero a 2 cifre queste le sommeremo fino ad ottenere un numero ad 1 cifra. Il numero di telefono cifrato sarà: 45246… (testo cifrato).
A questo punto, il ricevente y, essendo a conoscenza del sistema di cifratura, arriverà a decodificare il messaggio criptato per giungere a comprendere il messaggio originale, attraverso il procedimento inverso di decifratura (sottraendo 1 al primo numero; 2 al secondo…)
C’è da dire che la Crittografia risale a migliaia di anni fa. Si parla addirittura di Giulio Cesare, il quale non fidandosi dei messaggeri, inviava ordini appositamente criptati.

Naturalmente col passare degli anni, anzi dei secoli, tale tecnica si è evoluta moltissimo. Ciò anche per esigenze di riservatezza e segretezza sempre più sentite. Si pensi allo spionaggio militare, industriale, scientifico, alle grandi transazioni economiche, etc. Con l’avvento poi del computer, degli elaboratori e generatori automatici, riuscire a decifrare messaggi, testi, risulta sempre più arduo, se non addirittura impossibile. Al riguardo sono nati veri e propri enti specializzati nel decriptare i messaggi. Chi vi lavora sono insigni matematici, i quali utilizzano funzioni matematiche complicatissime, algoritmi, avvalendosi di software molto sofisticati.
Tornando ai metodi di Crittografia, ne esistono sostanzialmente 2: 1 a chiave simmetrica; l’altra a chiave asimmetrica.
Nel primo caso, mittente e ricevente debbono essere al corrente di una chiave segreta comune. Nell’esempio sopra esposto, entrambi debbono sapere che la chiave è sommare 1 al primo numero; 2 al secondo etc. Ora però sorge un problema: Come possono accordarsi mittente e ricevente su quale chiave segreta usare? Si telefonano? Ma la loro telefonata può essere intercettata consentendo così ad estranei di venirne a conoscenza. Si incontrano? Anche in questo caso possono essere sottoposti ad intercettazione ambientale.
Per far fronte a tali difficoltà è stato inventato un altro sistema, molto più sicuro. Il cosiddetto sistema a chiave asimmetrica. E’ un sistema relativamente giovane, risale infatti a circa 30 anni fa. Ogni persona, sia che si tratti di mittente, che di ricevente, dispone di 2 chiavi. Una pubblica, accessibile a tutti, una segreta, a conoscenza del solo titolare. Perché asimmetrica, perché la chiave segreta non è più comune al mittente e al ricevente. Ma il mittente ha una propria chiave segreta e il destinatario un’altra del tutto differente.
Con tale sistema, nessuna informazione segreta “viaggia”, con l’inconveniente di poter essere intercettata. Se x vuole comunicare con y, è sufficiente che x usi la chiave pubblica di y; poi y potrà decodificare il messaggio pervenutogli semplicemente usando la propria chiave segreta. Il segreto è tutto qui!
So che tutto ciò può apparire complicato, ma in realtà non lo è affatto. Esempio pratico: pensiamo alla posta elettronica. Io, mittente x voglio comunicare “qualcosa” al destinatario y. Utilizzo la mia chiave pubblica (l’username) che può essere a conoscenza di tutti. A questo punto il ricevente y per poter leggere il messaggio di x utilizzerà la propria chiave segreta (la password), di cui solo lui ne è a conoscenza.
Tutto chiaro?
Massimo Lippolis

Tratto da zonedombra